Il manipolatore non ne ha quasi mai. Le sue azioni infatti sono malvagie quanto i suoi principi e questo evita conflitti interiori dato che non vi è contraddizione o dissonanza tra ciò che pensa e ciò che fa.
Quando succede che sensi di colpa si affaccino alla sua mente li caccia via perché non accetta di averne: li ritiene cose inutili, ostacolo al sopravvivere, al potere, al controllo, roba da deboli insomma.
Questo non vuol dire che non sappia simularli esternamente: se obbligato dalle circostanze può recitare egregiamente un mea culpa solenne o un’ammissione tra le lacrime, azioni fatte semplicemente per depistare, disorientare, intenerire l’altro (vittimismo).