La tecnica che il manipolatore usa contro le persone più forti ed intelligenti. E' quella che fa intorno alla vittima se questa è troppo forte per essere affrontata direttamente. La tecnica è complessa, sottile e richiede molto tempo.
Il manipolatore deve prima di tutto conoscere parenti, amici e colleghi della vittima. Dato che ognuno di noi ha quantomeno piccoli difetti il compito del manipolatore è quello di ingigantirne l’entità in modo da cambiare la percezione che la vittima ha dei propri cari. Il secondo passo è quello inverso di fare lo stesso procedimento verso i cari ingigantendo i difetti della vittima.
Ora con la stessa “doppia” modalità verranno insinuate opinioni e azioni degli uni verso gli altri non positive. Piccole cose quotidiane che passano singolarmente inosservate ma che tutte insieme gonfiano una antipatia reciproca. A volte il manipolatore si può “inventare” di sana pianta frasi che avrebbe udito riferendo alla vittima che un suo amico ha parlato male di lui a terzi in sua assenza. Ci vuole molta abilità perché la menzogna sia credibile e comunque il manipolatore sa che in quel momento sta rischiando di perdere il controllato se lo scoprisse ma anche di accalappiarlo all’amo qualora ci creda. Il manipolatore dunque crea nel tempo (settimane, mesi, a volte anni) una distanza tra la vittima ed i suoi cari, vittima che lentamente viene isolata dalla sua vita sociale che è parte della sua libertà di esistere.
A quel punto la persona anche forte che possa essere è comunque sola, emarginata e facilmente attaccabile ed è in quel momento che il manipolatore si avventa con tutte le forze sicuro di espugnare anche questa fortezza.