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La violenza psicologica può essere considerata, in una scala di pericolosità, un qualcosa di crescente in taluni casi paragonabile ad un omicidio.

E’ molto semplice.

La nostra coscienza è come un circuito elettrico che con la crescita si configura (configurazione cerebrale) ponendo dei basamenti e degli equilibri, grazie ai quali riusciamo a vivere ed interagire con serenità ed in salute.

La coscienza è come un software, egregiamente realizzato, un software che ancora non conosciamo bene, ma oramai abbiamo capito che si tratta di questo.

Chi plagia o manipola una mente ad insaputa del controllato compie un’azione di una pericolosità e distruttività oggi fondamentalmente ignorata: il manipolatore sposta, elimina, cambia coattivamente a suo piacere i collegamenti nel circuito elettrico della vittima, così stravolgendo e devastando le configurazioni (sicurezze, automatismi, equilibri, saperi).

E cosa succede se ad un qualsiasi software di una qualsiasi macchina cambiamo casualmente le istruzioni, le variabili, gli algoritmi, le routine? La macchina può funzionare meno, fermarsi, impazzire, può anche rompersi.. morire.

Molte persone sono state portate alla morte oggi, ma il loro carnefice non è mai stato punito (e continua a rovinare altre vite) perché tutt’oggi la violenza psicologica è fortemente sottovalutata, chi la compie anche se scoperto (e non è sempre facile scoprirla) può ricevere qualche sgridata o tutt’al più punito come un evasore fiscale, uno scippatore di strada. E’ importante dunque dare il giusto peso al crimine commesso ed essere severi ed attenti a riconoscere un reato in proporzione alla distruttività, umana e materiale, che esso produce.

 




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    Author: psicobolario   Version: 1.0   Last Edited By: psicobolario   Modified: 15 Feb 2009