Insieme dei principi e delle azioni malvagie, insane e distruttive verso l'uomo e l'ambiente. E' un concetto coniato dall'essere umano a tutela di se stesso e dell'ambiente. La padronanza o meno di questo concetto distingue l’uomo-umano dall’uomo-animale.
Il male un tempo molto esplicito e fisico per le strade è vietato oggi dalle democrazie. Si può però osservare come sia tutt’altro che sparito. Tutto nasce dall’errore di pensare che il male sia eliminabile, magari per legge o decreto. In realtà il male non può essere eliminato ma solo osservato, spiegato, interpretato e quindi evitato con la conoscenza e la consapevolezza di ciò che è e del suo continuo raffronto al bene. Il male infatti ha il ruolo di far comprendere il valore effettivo del bene alla nostra mente ed al nostro cervello che interpreta e ragiona principalmente per differenze e similitudini.
Il male oggi nelle culture occidentali si è solo ritirato dal fuori al dentro, dal fronte a ciò che sta dietro la fronte: il cervello. E da li si ricarica e riparte per andare nel fuori e poi di nuovo nelle strade. Il male di oggi compie le stesse cose di un tempo: uccide e distrugge, lo fa solo con maggiore intelligenza ed attenzione a non farsi prendere. Molte persone credono o si convincono di esserne esenti, magari solo perché non rubano o uccidono, e lentamente la loro vita sia avvia verso la malvagità e la corruzione. Non amano parlare del male e se le interpelli si sentono a disagio. Ogni giorno si inventano nuove parole ad hoc per non dover pronunciare quella parola-tabu che oggi come ieri fa tremare le fondamenta del mondo umano.